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Diabete gestazionale: fattori di rischio e cure

Il diabete gestazionale (GDM) è un disturbo di tipo metabolico che insorge tra il secondo e il terzo trimestre di gravidanza ed è caratterizzato da una ridotta tolleranza al glucosio. Si tratta di un disordine subdolo, perché spesso si presenta senza una sintomatologia specifica, motivo per cui è bene effettuare i dovuti controlli e gli screening creati ad hoc.

Cos'è il diabete gestazionale? 

Il diabete mellito, o iperglicemia, è causato da una condizione di scarsa o assente produzione di insulina, l'ormone che regola il livello di glucosio, ossia di zuccheri, nel sangue. Ci sono diverse tipologie di diabete: quello di tipo 1 è caratterizzato da una totale assenza di secrezione insulinica, quello di tipo 2 è invece determinato da una ridotta sensibilità dell'organismo all'insulina.

Esistono poi altre forme, come il diabete gestazionale che insorge appunto durante la gravidanza e generalmente tende a risolversi subito dopo il parto, anche se può ripresentarsi in seguito nella forma di tipo 2.

Tutto ciò si verifica a causa degli sconvolgimenti ormonali legati alla gravidanza, con conseguenti cambiamenti a livello delle cellule, che diventano meno sensibili all’azione dell’insulina, creando un deficit che il pancreas non riesce a compensare. Questa condizione si presenta in circa il 6-7% delle donne in gravidanza, secondo i dati europei, mentre in altre etnie può colpire fino al 18% delle donne incinte.

In Italia, ogni anno sono circa 40.000 le donne colpite dal diabete gestazionale e questo rappresenta un fattore di rischio per la gravidanza, per cui è bene monitorare la situazione con l'aiuto degli specialisti del settore. 

Diabete gestazionale sintomi e fattori di rischio 

Generalmente, il diabete gestazionale si presenta senza sintomi, per questo motivo è necessario fare degli screening specifici per tenere la situazione sotto controllo. Solo in rare occasioni, si possono manifestare i tipici sintomi dell'iperglicemia, come un aumento della sete (polidipsia) e conseguente necessità di urinare, nausea, vomito, infezioni urinarie e visione offuscata.

Ci sono dei fattori che possono incidere particolarmente sulla possibilità di sviluppare il diabete gestazionale e sono i seguenti:

  • sovrappeso e obesità;
  • presenza del diabete gestazionale in una precedente gravidanza;
  • precedente neonato macroscopico, da 4,5 Kg di peso in poi;
  • età superiore ai 25 anni;
  • ricorso alla fecondazione assistita;
  • gravidanza gemellare;
  • familiarità per diabete in parenti di primo grado.

Alcuni di questi fattori, come quelli genetici, non sono modificabili, altri invece possono essere oggetto di interventi preventivi mirati come ad esempio l'adozione di una alimentazione corretta e di una regolare attività fisica. Inoltre, è bene che la dieta sia personalizzata in relazione alle abitudini alimentari e culturali, alle origini etniche e allo stato economico. Ciò può essere fatto con l'aiuto di un nutrizionista specializzato nell'ambito materno-infantile. 

Linee guida diabete gestazionale 

Nel momento in cui la gravidanza è già iniziata, diventa impossibile prevenire il diabete gestazionale, motivo per cui è bene attuare delle modifiche allo stile di vita prima di rimanere incinte. Infatti, la prevenzione di questo disturbo si identifica principalmente con il controllo del peso, evitando situazioni di sovrappeso ed obesità.

Raccomandate dunque l'attività fisica regolare e un'alimentazione equilibrata, che limiti gli zuccheri. Se la gestante si trova in stato di sovrappeso o obesità dovrebbe programmare la gravidanza, in modo tale da riprendere il controllo sul proprio peso prima di rimanere incinta. 

Durante la gravidanza, invece, è sempre opportuno effettuare i controlli periodici utili a diagnosticare precocemente l'insorgenza del diabete gestazionale, con l'obiettivo di evitare complicazioni per la madre e il feto. Per ridurre i livelli di glicemia è possibile fare un'attività fisica moderata anche durante la gravidanza, da concordare però con l'ostetrica e il nutrizionista, soprattutto se la donna sta seguendo una terapia insulinica.

È buona pratica, infatti, calcolare il momento migliore per fare attività fisica in base ai pasti e alla somministrazione dell'insulina. Generalmente, il diabete gestazionale tende a risolversi da solo poco dopo il parto, ma potrebbe ripresentarsi sotto altre forme anche dopo.

Diabete gestazionale dopo il parto Bologna 

Durante il travaglio, la donna consuma una considerevole quantità di energia, che viene prodotta bruciando principalmente glucosio. Ciò consente di mantenere una buona glicemia durante il travaglio. Per questo, anche le donne con diabete gestazionale in terapia insulinica possono sospendere le iniezioni in questo particolare momento.

Nell'immediato post partum, generalmente, la cura di insulina non è più necessaria; infatti, sono pochi i casi di diabete gestazionale dopo il parto. Le mamme che ne hanno sofferto, però, sono esposte a un rischio maggiore di sviluppare il diabete gestazionale in future gravidanze, o il diabete di tipo 2 nel corso della propria vita. Motivo per cui sarà necessario controllare la glicemia per 6-13 settimane dopo il parto, per poi passare a un controllo di check-up all'anno.

Se durante questo periodo si manifestano dei diabete gestazionale sintomi, come la necessità di bere ed urinare più del solito, è bene consultare gli specialisti del settore. Per ridurre il rischio di sviluppare il diabete gestazionale dopo il parto Bologna è bene seguire un'alimentazione equilibrata e fare attività fisica regolare, che potrai fare serenamente con l'aiuto di professionisti specializzati. Se vuoi, puoi sempre richiedere una consulenza alla nutrizionista specializzata e iscriverti a un corso di ginnastica post parto a Bologna con bambino.

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